L’ago del bilancio: il vero volto della rinascita delle valli tra “Prodotto Montagna” e conti in rosso…

Siamo ad Ottobre, 2025. Sette mesi dopo il non inizio dei lavori per il comprensorio tra Colere e Lizzola. Avete presente? Quel grottesco progetto di collegare due comprensori sciistici bucando una montagna per fare un tunnel di 450 metri, al fine di rilanciare l’economia delle Valli e combattere lo spopolamento. Miracolo socioeconomico (ben sovvenzionato dal pubblico) firmato RSI, la società che ha attualmente in gestione gli impianti di Colere, con socio unico Valle Decia S.r.l.

Società con il bilancio in caduta libera (da -328 mila euro nel 2024 a -1,448 milioni nel 2025 come da bilancio RSI di approvato a settembre 2025), con un numero “medio” di 29 dipendenti (stimato tra fissi e stagionali, non dato assoluto).

Già questi numeri dovrebbero far storcere il naso quando si sente che gli stessi vorrebbero chiedere un contributo di 50 milioni dal pubblico su un totale di 70 (stimato nel 2024…ora non bastano più) per la loro idea rivoluzionaria: non so quanti imprenditori ed artigiani delle nostre Valli (quelli che si rompono le balle in coda andata e ritorno tutte le mattine per andare e tornare da Brescia e Milano, che lavorano 6 giorni su 7 perché devi battere il ferro finché è caldo, che quando c’è un mezzo imprevisto possono scegliere se arrangiarsi o rangiass) verrebbero anche solo ascoltati se avanzassero una richiesta del genere, nelle medesime condizioni.

Eppure l’idea di comprensorio ha il benestare di sindaci e comunità montane, ben felici di accogliere una nuova idea vecchia di 40 anni. Sarebbe sciocco puntare su attività locali, piccoli produttori, allevatori e agricoltori, artigiani… Quell’orgoglio italiano decantato su riviste e giornali, quelle realtà che andrebbero protette secondo le Linee guida per l’adattamento locale ai cambiamenti climatici nelle Alpi.

Meglio fare un bel maxi investimento per due terzi pubblico a favore di una sola azienda in perdita che presto potrebbe ricevere la prima fetta di torta: nelle prossime settimane verremo a sapere se a Lizzola arriveranno i 10 milioni dal bando del Ministero del Turismo, necessari tanto per il rinnovo degli impianti quanto per il subentrare di RSI nella frazione di Valbondione.

Un solo attore avrà il potere di fare il bello e il cattivo tempo. Nel vero senso della parola:

Nel mese di agosto 2025, sono stati ottenuti i permessi per il completamento dell’impianto di innevamento nella parte alta del comprensorio, al fine di garantire l’innevamento su tutte le piste ed essere indipendenti dalle precipitazioni nevose.”

Se la neve si ostina a non cadere, RSI la programma. Certo, pubblicamente la propaganda sostiene che la zona interessata dal comprensorio sia ottimale per le precipitazioni nevose, infatti nella sintesi della relazione tecnica (di cui sopra) RSI scrive:

Il complesso turistico sportivo di Colere sorge sul versante nord della Presolana ove l’innevamento è ottimo da dicembre a maggio, grazie alla sua particolare posizione, alla protezione del grande baluardo di rocce dolomitiche e, infine, all’accurato studio di piste e tracciati.

Quando poi spiega i motivi per cui la stagione 2024/2025 sia stata più “magra” delle stime, si legge (nel bilancio!):

Il tardivo manifestarsi delle precipitazioni nevose, molto scarse nei mesi di dicembre e gennaio, e poi, abbondanti fino a fine aprile 2025, non hanno consentito a RSI di sfruttare la parte migliore della stagione invernale condizionandone l’afflusso turistico.

Ma sta neve c’è o non c’è? Sembra ci sia una certa confusione in casa RSI, perché la narrativa cambia di molto in base alle circostanze.

Al netto delle storie raccontate, ancora nulla è stato fatto. Anzi, la proposta di RSI di estendere la concessione per fare nuove piste e, di fatto, dividere in pacchetti il progetto di comprensorio, forse per riuscire a scavalcare più agilmente le opposizioni, non è legalmente fattibile. Tant’è che il consiglio comunale di Colere dà parere negativo, su indicazione di consulenti spesati proprio da RSI che bocciano l’idea.

In compenso dove può il progetto va avanti, promuovendo quell’idea distorta di turismo che vede la montagna come un mero asset finanziario; arrivano i finanziamenti per il Pian del Sole, che, usando le parole nero su bianco nel bilancio:

“…sarà il vero ingresso del comprensorio, in cui trovare servizi e ambienti accessibili a tutti per l’intera durata della giornata e anche in orario serale…verranno realizzati una lobby con bar e un ristorante “à la carte” aperto anche per il servizio serale, grazie al funzionamento notturno della cabinovia. È inoltre prevista la realizzazione di un nuovo self service con facile accesso dalle piste. La costruzione di una SPA interrata con vista sulla Presolana e di una sala multifunzione completeranno l’offerta di servizi del rifugio…”.

Sembrerebbe che del rifugio ci sia solo la quota. Pensate: andare in montagna senza fare un passo in salita e, dopo una sauna e un bel massaggio, spararsi un Manhattan con vista Presolana. Caro, carissimo vecchio scarpone, è cambiata la suonata: è passato il tuo tempo. Oggi in montagna si va con le sneakers, o con il tacco. Non è finita:

A regime il comprensorio, sarà uno dei pochi in Italia con una concessione di 60 anni per l’utilizzo delle piste e degli impianti e la proprietà dei rifugi, con un modello di totale integrazione verticale che permette la gestione centralizzata e il pieno controllo dell’esperienza turistica.

L’esperienza turistica. Ecco a voi il “Prodotto Montagna”!

Riadattiamo gli ambienti naturali e selvatici alle esigenze del turista moderno, creando una dimensione più prêt a porter, e che assomigli ai servizi che si vorrebbero in città: una “post-natura” veloce, efficiente, confortevole.

Tre parole essenziali nel marketing del giorno d’oggi ma che nulla hanno mai avuto a che fare con la montagna. Eppure, nel documento di sintesi della relazione tecnica datata 17.05.2025, la premessa “romantica” parla in termini più tradizionali:

…Proprio in questo ora risiede il fascino della Val di Scalve: foreste, paesini in cui ancora si respira l’aria di tempi andati, grandi spazi, verde e pareti rocciose: questi i tratti che segnano la Valle e la rendono così incantata. Se poi la si percorre all’inizio dell’estate, quando i prati si riempiono di fiori colorati, e i molti laghetti rispecchiano l’azzurro limpido del cielo, il grigio delle rocce dolomitiche e il residuo bianco delle nevi rimaste nei canaloni, lo spettacolo diventa straordinario, indimenticabile.

E per valorizzare il territorio, cosa se non costruire nuove piste da sci, nuove strade di servizio, funicolari, e perché no, un bel buco nel pizzo di Petto, l’arrogante tocco futurista per mostrare la grandezza di un’azienda che, siccome vuole, può. Però, per non distruggere la dolce narrativa di cui sopra, dopo aver finito di spianare strade e piste, scavato e intubato aree vergini e palificare lungo pendii, si finge che di frane e valanghe in zona a rischio geologico “4” non ce ne siano, e non serviranno reti e strutture protettive sparse a protezione di piste e utenti: si vedrà una porticina nella montagna come in quel penoso render mandato all’Eco di Bergamo mesi fa. Un intervento invisibile.

Il tutto ben gestito con un modello di totale integrazione verticale (leggasi: hanno in mano tutto loro, un monopolio!). RSI farà godere l’esperienza per i prossimi 60 anni ai clienti, ai loro figli, ai loro nipoti. E i primi clienti saranno proprio gli abitanti delle Valli.

La cosa che fa più ridere è che c’è chi prende questa faccenda sul serio, chi vede una “ricaduta positiva per le valli”. Beh, forse per ricaduta positiva si intendono l’aumento del traffico nei fine settimana, in arterie stradali già sature; l’aumento ulteriore degli affitti (qui potete farvi un’idea degli attuali affitti a Clusone…); i lavori stagionali… Tutti elementi che stimolano la gente a vivere la Valle e farci una famiglia! O forse, qualcuno ha già in mente qualche speculazione edilizia, stile Foppolo? Chissà…

In ogni caso, le Valli non si arricchiranno: saranno davvero in pochi a godere delle briciole della pagnotta gentilmente offerta da Pantalone…

Un piccolo bonus per chi ha voluto leggere fino a qui…

Vi mostriamo come vengono svolti i lavori a Pian del Sole, con la solita coerenza “RSI™” rispetto alle loro stesse linee guida di sostenibilità, presenti sul sito di Colere Ski Area


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